Fotografa, attrice e modella italiana, Tina Modotti è diventata un personaggio di culto, a seguito della “riscoperta” del suo percorso artistico, avvenuta negli anni ‘70.
Artista impegnata a livello intellettuale e politico, si forma dal punto di vista umano e culturale grazie alla sua attività culturale che la vede impegnata a recitare nelle compagnie teatrali o accompagnata da artisti e critici d’arte.
Figura amata e controversa, audace e tumultuosa, divenuta famosa non solo per la sua passione fotografica, ma anche per la sua vita intensa che l’ha resa spesso protagonista di vicende intriganti e rischiose, proprio perché inusuali per le donne dell’epoca.

Dopo essersi trasferita in Austria all’età di soli 2 anni, Tina rientra in Italia, dove inizia a frequentare lo studio fotografico dello zio, parallelamente alla sua attività lavorativa in una sartoria.


LA FOTOGRAFIA ROMANTICA E LA FOTOGRAFIA RIVOLUZIONARIA
Tina trova modo di coltivare la sua arte anche negli Stani Uniti, dove si trasferisce con la famiglia nel 1913, frequentando mostre, recitando nei film muti e posando per diversi fotografi, in particolare per Edward Weston.
Ed è proprio grazie alla relazione con quest’ultimo che Tina riesce a praticare la fotografia professionale, divenendo un’artista acclamata a livelli internazionali.
E’ in questo periodo che si concentra la produzione della maggior parte delle sue immagini floreali.

Le sue opere di still life, i ritratti, i lavori di reportage sono intrisi della sua sensibilità emotiva, dei suoi ideali liberali e della sua passione italiana.

La vita artistica di Tina si intreccia ben presto con il suo impegno sociale e politico e che la rende, negli anni ’20, un personaggio di spicco in Messico, per la sua partecipazione alla vita pubblica e politica post-rivoluzionaria , grazie anche al fervore delle sue vivaci attività che la vedono frequentare intellettuali, esponenti sindacali e figure ben note come Siqueiros, Rivera e Orozco, fondatori di “El Machete”, giornale ufficiale del Partito Comunista
Durante la metà degli anni 20, Tina è all’apice della sua produzione artistica e, non solo si cimenta in studio e in camera oscura, sperimentando tecniche di doppia esposizione, ma si orienta verso una ricerca estetica, alla quale appartengono le eleganti e sensuali immagini floreali.

Poco a poco inizia ad allontanarsi da Weston, sia affettivamente che artisticamente, dedicandosi sempre più al popolo, alle vie del suo Messico, alla ricerca dei segni di una rivoluzione che ha segnato indelebilmente il destino del popolo messicano e della sua arte stessa.
Il periodo fotografico “romantico” di Tina si conclude a favore di quello “rivoluzionario”.
E’ a questo punto che Tina inizia a tormentarsi per la “mancanza di disciplina” della sua arte, considerando il ruolo fondamentale della vita reale sulla creatività e sull’arte.
Quindi non più fiori, calle, canne di bambù, ma denuncia sociale, mani sudate e segnate dal lavoro, lavoratori sotto i sombreri, contadini, falce e martello, lotte sindacali e politiche.

L’ESPERIENZA COMUNISTA
Poco tempo dopo Tina aderisce al Partito Comunista messicano, suggellando indissolubilmente il legame fra la sua arte e la vita politica. Il suo attivismo politico le consente di pubblicare diverse fotografie su riviste di sinistra e, in particolare, diventa fotografa ufficiale di “El Machete”, portavoce della cultura comunista, nato come la rivista degli artisti iscritti al partito e divenutone organo ufficiale.
Durante gli ultimi anni degli anni ’20 Tina vive di una fama che la vede acclamata dal pubblico, ma vittima anche di forti critiche per via del suo atteggiamento per un’epoca incapace di accettare il suo essere fotografa, attrice e modella.

Il coronamento del suo attivismo politico in Messico avviene grazie all’unione con Julio Antonio Mella, ribelle cubano, la cui vicinanza contribuisce a rafforzare l’impegno fotografico-sociale di Tina, ma comporta al tempo stesso un duro colpo per la sua fama e per la sua immagine pubblica.

Il reportage sociale (ritratti agli indios messicani, alla loro realtà e alla loro condizione umana) è ormai il genere fotografico che più la rappresenta e nel 1929 Modotti vede definire la sua prima personale come "La prima mostra fotografica rivoluzionaria in Messico".

Ma le sue prese di posizione e il suo schierarsi politicamente la rendono un personaggio scomodo: Mella viene assassinato per il suo attivismo rivoluzionario e Tina si dedica con maggior impegno alla lotta politica e al lavoro di denuncia fotografica.
Diviene fotografa ufficiale del Museo Nazionale Messicano e la sua fotografia diventa protesta.
Ben presto viene espulsa dal Messico, poiché le organizzazione comuniste vengono definite fuori legge.
Esiliata a Mosca si riunisce con Vittorio Vidali, conosciuto durante la militanza messicana nel partito comunista. Scatta le sue ultime immagini a Berlino, sull’orlo del regime fascista e poi abbandona la fotografia per dedicarsi interamente alla lotta politica.
Muore in circostanze sospette nel 1942, dopo essere finalmente rientrata nel suo Messico.

Pablo Neruda compone il suo epitaffio riportato in parte sulla sua lapide dall’incisore Leopoldo Mendez:

“Tina Modotti ha muerto

Tina Modotti, hermana, no duermes, no, no duermes.
Tal vez tu corazòn oye creecer la rosa
de ayer, la ultima rosa de ayer, la nueva rosa.
Descansa dulcemente, hermana.

La nueva rosa es tuya, la nueva tierra es tuya:
te has puesto un nuevo traie de semilla profunda
y tu suave silencio se llena de raices.
No dormiras en vano, hermana.

Puro es tu dulce nombre, pura es tu fragil vida.
De abeia, sombra, fuego, nieve, silencio. espuma,
de accro, linea, polen se construyò tu ferrea
tu delgada estructura.

El chacal a la alhaja de tu cuerpo dormido
aùn asoma la pluma y cl alma ensangrentada
como si tù pudicras, hermana, levantarte,
sonriendo sobre e lodo.

A mi patria te llevo para que no te toquen,
a mi patria de nieve para que a tu pureza
no llegue el asesino, ni el chacal, ni el vendido:
alli estaràs tranquila.

Oyes un paso, un paso lleno de pasos, algo
grande desde la tepa, desde el Don, desde el frio?
Oyesun paso firme de soldato en la nieve?
Hermana, son tus pasos.

Ya pasaràn un dia por tu pequena tumba
antes de que las rosas de ayer se desbaraten,
ya pasaran a ver, los de un dia, manana,
donde està rdiendo tu silencio.

Un mundo marcha a1 sitio donde tù ibas, hermana.
Avanzan cada dia los cantos de tu boca
en la boca del pueblo glorioso que tù amabas.
Tu corazon era valiente.

En las viejas cocinas de tu patria, en las rutas
polvorientas, algo se dice y pasa ,
algo vuelve a la llama de tu dorado pueblo,
algo despierta y canta.

Son los tuyos, hermana: los que hoy dicen tu nombre,
los que de todas partes,del agua y de la tierra,
con tu nombre otros nombres callamos y decimos.
Porque el fuego no muere”


Pablo Neruda


Approfondimenti:
• Tina Modotti Museum: http://www.modotti.com
• Tina Modotti: A Fragile Life, Mildred Constantine
• Breve Storia della Fotografia, J. Kein
• Tina, Pino Carducci, Universale economica Feltrinelli
• Tina Modotti. Vita, Arte e Rivoluzione. Lettere a Edward Weston. A cura di Valentina Agostinis
• Tina Modotti: Between Art and Revolution, Letizia Argenteri. Franco Angeli
• Vittorio Vidali. "Tina Modotti. Ritratto di donna". Arti Grafiche Friulane, 2002


Curiosità:
• Comitato Tina Modotti: il comitato nacque a seguito di un’iniziativa dei cittadini di Udine che all’inizio degli anni ’70 si erano dedicati alla divulgazione delle opere e della vita di Tina Modotti. Nel 1989 venne costituito il comitato a suo nome, fondato a Udine da Riccardo Toffoletti, fotografo e docente di fotografia.
http://www.comitatotinamodotti.it

• Associazione culturale Tina Modotti: http://www.tinamodotti.ts.it

• Claudia Gerini sarà la fotografa Tina Modotti: http://www.film.it/news/news.php?nid=2062873

Tina Modotti Cofanetto di Roy Clements Silvano Castano
La vicenda umana e artistica di Tina Modotti, compreso The Tiger's Coat, l'unico film muto sopravvissuto testimonianza della sua recitazione.

• “Suite per Tina Modotti”, omaggio alla fotografa che ripercorre i momenti e i luoghi della sua vita, ispirandosi alle sonorità delle terre in cui ha vissuto. Francesco Bearzatti "Tinissima Quartet"

• Modotti. Una donna del ventunesimo secolo. Angel De La calle. Graphic novel che ricostruisce in chiave fumettistica la vita della fotografa.

Filmografia:
• The Tiger's Coat, regia di Roy Clements (1920)
• Riding with Death, regia di Jacques Jaccard (1921)
• I Can Explain, regia di George D. Baker (1922)


Dove trovare le sue fotografie:
• Tina Modotti Photographs, Sarah M. Lowe, Paperback
http://www.photo.fr/portfolios/modotti
http://www.artic.edu/aic/collections/search/citi/artist%3AModotti
http://www.getty.edu/art/gettyguide/artMakerDetails?maker=1830&page=1
http://www.moma.org
http://utenti.lycos.it/atisauro

Video:
• Il Messico visto attraverso gli occhi di Tina Modotti: http://it.youtube.com/watch?v=KhqAWEo36_g
http://it.youtube.com/watch?v=PCprcuGEiOs&feature=related
• Frida Kahlo http://it.youtube.com/watch?v=-K_z2FYAOW8&feature=related