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Presentazione della tesi di Chiara Monaco
Italia mia: incontro tra cinema, letteratura e fotografia

Il tentativo zavattiniano di raccontare l’Italia, tramite l’amore per la sua terra e l’innovazione artistica.

04/07/2008
Il lavoro di tesi svolto ricostruisce la personalità poliedrica di Cesare Zavattini, scrittore d’avanguardia ed amante della contaminazione tra i linguaggi di comunicazione della prima metà del novecento. Ripercorrendone la biografia e le importanti collaborazioni, soprattutto quella con Vittorio De Sica, che lo hanno posto nell’olimpo dei più importanti autori del neorealismo italiano, l’approfondimento volge in particolare alla riscoperta e rivalutazione del suo animo da etnologo volto a cogliere le sfumature sociali e più umane di una realtà che muta, quella italiana del dopoguerra. L’indagine porta alla luce l’incondizionata fiducia che l’autore nutriva per i propri progetti, adombrati dai grandi nomi, ma sempre tenaci.
Emblematico di tutta la sua carriera è il progetto “Italia mia”, qui scandagliato in ciò che avrebbe potuto essere e in ciò che effettivamente è stato.
Una collana editoriale di reportage sociale su diverse città italiane commentate da grandi artisti, che si ridimensionerà in un’unica pubblicazione dal titolo “Un paese” (Einaudi, 1955) considerato ancora oggi un classico della fotografia del 900’, nato dalla collaborazione maieutica tra Zavattini e il fotografo americano Paul Strand, fra i padri della fotografia artistica.
Il paese in questione è Luzzara, piccolo centro Emiliano, luogo natale di Zavattini. Luzzara si rivelerà “specchio natio” dell’autore stesso e specchio esemplare dello spirito di un intero popolo, indagine intima e sociologica al contempo.
Pietra miliare, rara e preziosa, della nascita di un nuovo linguaggio, commistione di immagini e parole, rivelatrici di anime e volti, cuori sopiti che l’obbiettivo risveglia e la poesia traduce.
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