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Presentazione della tesi di Anna Lorena De Dominicis
I buoni e i cattivi. La Polizia nelle rappresentazioni fotografiche durante gli scontri di Genova: un'analisi semiotica

07/08/2008
Il lavoro di tesi proposto fornisce un’attenta analisi semiotica delle letture interpretative dei fatti di cronaca svoltisi nel 2001 durante il vertice dei G8 a Genova, rielaborate dalle maggiori testate giornalistiche nazionali attraverso fotoreportage e didascalie esplicative, al fine di evidenziarne le produzioni di senso, dichiarate e suggerite, ideologiche e strumentali, perpetuatrici di nuovi e vecchi stereotipi, mai assolutamente neutrali e sempre costruite. L’analisi riserva un’attenta focalizzazione alle figure delle forze dell’ordine, sia come entità istituzionale compatta e spersonalizzata, che come singoli individui.

Il lavoro è strutturato in più sezioni, che di seguito forniscono al lettore le conoscenze storiografiche da un lato e semiotiche dall’altro, per poter riconoscere le letture media oriented e approntarne l’analisi. In tal modo l’indagine sviscera ogni aspetto del fenomeno di significazione di massa, individuando le nuove figure del linguaggio di narrazione giornalistica, mutuate prevalentemente dall’iconicità cinematografica, quale punto di forza della condivisione culturale collettiva. Richiamarsi ad una immagine non solo icastica per la forza di comunicazione del senso, ma già preventivamente consolidata nel bagaglio culturale dei lettori, è una consapevole tecnica di fidelizzazione tra stampa-enunciante e lettori-destinatari, soprattutto per quelle testate di partito che rispettano i propri orientamenti politici, in forza dei quali fidelizzazione diviene pari a veridizione.
Al contrario molto meno chiari e lineari sono risultati i collage argomentativi di previsioni ansiogene e allarmistiche insinuate dai giornali e altri media prima che le rivolte tra manifestanti e sicurezza assumessero forme di guerriglia urbana (gli scontri avvenuti a Napoli in precedenza, le esercitazioni dei corpi di sicurezza, la suddivisione della città blindata in zone a rischio) .
Tali logiche avrebbero puntato solo a creare l’atmosfera idonea a dilatare gli eventi per sfruttarli più a lungo nelle agende di notiziabilità, tramutandosi infine in profezie che si autodeterminano.

Alla resa dei conti, risulta evidente come la stampa, medium intensivo, rispetto agli altri più estensivi (tv, internet) si sia in definitiva adeguato a questi ultimi, creando da sé i suoi stessi topoi argomentativi (verità comprovate o fattoidi), anziché rilevare una realtà quanto più completa e obiettiva.
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