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Marina Abramovic, un mito occidentale. Un’opera d’arte senza tempo ma anche senza terra
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Autore: Marko Antic - Accademia di Belle Arti - [2004-05]

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Abstract
Scrivere una tesi su Marina Abramovic non e affatto facile come pensavo. Già da parecchi da mesi avevo iniziato a raccogliere informazioni utili – libri, riviste, siti internet – diffuse su una delle personalità più importanti di tutto il mondo dell’arte. Prima di iniziare ero convinto che, data la notorietà di un’artista tanto interessante e meritevole, tutto il lavoro che c'era da fare fosse quasi un gioco e che la cosa più difficile fosse la traduzione dei vari testi – ma mi sbagliavo. Il crescere della mia confusione mi ha messo paura; più approfondivo le mie ricerche più mi sentivo perso. Scrivere mi è sembrato allora un incubo.

Tuttavia, mentre la studiavo, l’Abramovic cominciò a diventare la mia artista del cuore, sempre più la mia preferita, forse per la provenienza geografica che ci unisce, certamente per il merito artistico e storico delle sue opere, che io però ritengo soltanto parzialmente diffuse e poco comprese dalla maggioranza della gente che non appartenga alla élite del mondo del’arte.

E’ un mistero, quella donna. E’ spirituale, forte, profonda, bella, intelligente, giusta, fortunata, disponibile, aperta, esibizionista, esploratrice, piena d’energia, carismatica... sono queste le cose che mi vengono in mente quando sento il suo nome. Più le mie ricerche vanno avanti e più tendo a glorificarla, ciò che mi fa sentire piccolo e insignificante.
Poi penso ad alcune cose che ho letto. Mi chiedo cosa ne pensi lei della sua fama e popolarità, come si sentiva mentre era una studentessa presso l'Accademia di Belgrado, cosa sarebbe successo se fosse rimasta a Belgrado, dove è nata e si è laureata in pittura (1968), o fosse rimasta a Zagabria dove ha fatto la sua specializzazione o a Novi Sad dove ha insegnato. Si, quelli erano tempi diversi, ma anche lei era allora diversa, e lo è ancora, diversa, da tutti gli artisti che ho fin qui conosciuto.

Un’artista che si definisce “la nonna della performance. Ce ne sono state cosi tante che non saprei da dove cominciare. Fin dalla sua adolescenza faceva spesso delle azioni forti, le quali provocavano uno shock agli spettatori, sia che si trattasse di sua madre nella camera sua quando marina aveva 12 anni, o di estranei non ancora abituati ai linguaggi delle gallerie d’arte. Fin da giovane lei riusciva sempre a coinvolgere la gente, provocare un giudizio, non lasciando mai nessuno indifferente. Gli studenti suoi compagni seguivano le sue orme perché la trovavano coraggiosa e controriformista.

Alcuni anni dopo, quando lei maturò la sua creatività di artista protagonista della scena internazionale, altri artisti vedranno in lei stessa la poetica delle sue performance, la gente comune la troverà fisicamente provocante e provocatoria intellettualmente, mentre le donne la invidieranno e gli uomini la desidereranno fortemente. Naturalmente, Marina Abramovic si abbandonerà al suo carisma espressivo nonché al suo sex appeal con energia straordinaria ma anche con la sua straordinaria intelligenza nei comportamenti e nella carriera. Così riuscirà a superare i propri limiti, spingendosi sempre più avanti e rischiando la propria vita.

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