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Fotografia e Turismo. L'uso delle immagini nei cataloghi di Kel12.
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Autore: Nicoletta Marconi - Università degli Studi di Milano - [2007-08]

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Abstract
Nonostante la fotografia sia universalmente riconosciuta come uno degli attributi indiscussi dell’odierna dimensione turistica, il ruolo che essa svolge in questo ambito non è mai stato affrontato con prospettiva unitaria e completa. Un’antropologia ed una sociologia visiva, lungi dall’essere semplici sottodiscipline, devono ormai essere considerate aspetti fondamentali in questo campo di ricerca. La fotografia non è più un semplice corredo illustrativo e decorativo, ma possiede un potere culturale che non può essere ignorato.
Un tempo si viaggiava per visitare luoghi sconosciuti e scoprirne di ignoti, oggi, invece, sappiamo già tutto del mondo per averlo visto in televisione, al cinema o nelle fotografie, e viaggiamo alla ricerca di ciò che abbiamo già visto e vogliamo ritrovare. Il viaggio, nell’era della cultura visiva, si trasforma in ossimoro: nella pretesa che il mondo possieda le caratteristiche che già abbiamo incontrato nelle sue rappresentazioni, il principio stesso del viaggio, ovvero conoscere qualcosa di mai visto, si tradisce e si trasforma nella ricerca del già conosciuto. Confusione tipica del nostro tempo, la nostra percezione del territorio e il nostro rapporto con esso finisce per essere mediato e distorto dalle immagini.
Questo ha conferito un enorme potere all’immagine fotografica che, in una dimensione turistica sempre più massificata e diffusa, si identifica come strumento perfetto per la promozione e il business del prodotto-vacanza, ormai trasformatosi in un vero e proprio bene di consumo.
La necessità di aderire al target e il tentativo di assecondare ciò che la psicologia turistica suggerisce, determinano una standardizzazione delle immagini che vengono scelte sulla base della loro conformità alle motivazioni del cliente, e che si trasformano, quindi, in vere e proprie idee-immagine. La fedeltà al turista tradisce la destinazione, spesso totalmente dimenticata.
Questi esempi di pittoresco teatralizzato, tuttavia, non soddisfano i bisogni di tutti i turisti. C’è ancora chi cerca l’autentico e non si accontenta di realtà superficiali ed esibite. La sfida di rivolgersi a questi segmenti di target viene raccolta da alcuni operatori che, nel tentativo di differenziarsi, fanno del rispetto della realtà il punto di forza. Una scelta diversa è possibile, come quella compiuta da Kel 12.
In conclusione, non si deve alla fotografia l’omologazione dei Paesi del mondo ma all’uso che di essa viene fatto. Un’alternativa esiste perché le immagini fotografiche possano essere utilizzate allo scopo di diffondere una conoscenza geografica, un turismo consapevole ed una cultura del viaggio che sia scoperta del mondo.

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